Nel 2020, anno della prima edizione del Report, il Fintech ha dimostrato grande resilienza e un elevato potenziale di crescita futura. Oggi, dopo la cifra record di 140 miliardi di dollari nel 2021, i finanziamenti fintech globali sono scesi sensibilmente nel 2022.

Qualcuno ha parlato di apocalisse Fintech: in realtà, nel Report emerge chiaramente che l’ecosistema fintech italiano converge verso un maggior livello di maturità, testimoniato dall’aumento dei finanziamenti (oltre 1 miliardo) e dai dati riguardanti la fase di sviluppo delle società di settore. Se infatti quelle in fase early stage si sono ridotte del 25%, sono aumentate del 37% quelle in fase early growth.

Fonte: Fintech Waves 2023 di EY e Fintech District

Resilienza e potenziale di crescita per il Fintech italiano

Secondo Clelia Tosi, Head of Fintech District

In linea con quanto emerso nella prima edizione del 2020, il settore Fintech italiano ha dimostrato grande resilienza e potenziale di crescita, ma anche un’evoluzione oltre le aspettative verso una nuova maturità che ci consente finalmente di colmare il gap con gli altri Paesi europei. Nonostante resti ancora molta strada da fare in termini assoluti, i segnali di crescita sono estremamente promettenti, con un considerevole aumento dei finanziamenti totali nel periodo 2019-2022 che ha registrato un CAGR di circa il 60%, corrispondente a quasi il doppio della media europea (34%). Il fintech è infatti il segmento più attrattivo per la raccolta di capitali in Italia (dato confermato anche dall’EY Venture Capital Barometer 2022)

I cambiamenti delle condizioni macroeconomiche causate, in particolare negli ultimi 3 anni, dalla pandemia e dalle crescenti complessità geopolitiche, hanno in parte rivoluzionato le dinamiche del Fintech e dei suoi modelli organizzativi.

Le Fintech sono chiamate oggi dagli investitori, non tanto a rivoluzionare il loro modello di business, ma piuttosto a dimostrare un modello di crescita sostenibile nel tempo e una profittabilità già nel breve e medio periodo.

Quali sono stati, nello scenario articolato qual è quello del Fintech, i fattori comuni della crescita registrata negli ultimi anni? Il Report ha individuato 2 elementi principali.

Le direttrici della crescita del Fintech italiano

Non c’è dubbio che, alla luce dei numeri emersi dal Report, siamo in un momento di maturazione del mercato.

Archiviata la fase pandemica, che ha giocato a favore delle startup più efficaci nel fornire servizi da remoto, il settore si appresta a vedere l’evoluzione di alcune di queste verso la fase di scaleup. Sebbene la crescita non segua necessariamente un processo lineare, lo studio condotto da EY e Fintech District ha individuato due direzioni principali che guideranno il Fintech italiano nei prossimi anni: le collaborazioni e l’innovazione.

Le Collaborazioni: l’unione fa la forza

Un dato significativo che emerge dalla survey, è relativo al fatto che ben il 90% del campione di Fintech ha iniziato almeno una collaborazione con diverse categorie di player nel periodo 2021-2022.

Con quali player sono state avviate collaborazioni nel biennio 2021-2022?

Fanno da apripista gli Incumbent finanziari (65%) seguiti da collaborazioni con altre fintech (58%), con altre startup (41%) ed è interessante notare che il 25% delle Fintech ha iniziato a collaborare con Incumbent non finanziari, a testimonianza della volontà di open innovation e di creazione di sinergie intersettoriali.

La collaboration rappresenta quindi una delle principali leve per la crescita delle aziende fintech, ma quali sono stati i driver di scelta?

  1. Lancio di nuovi prodotti e servizi, che vanno ad affiancarsi a quelli già offerti. Se efficaci, le partnership possono permettere di portare a mercato questi nuovi prodotti e servizi con l’impegno delle altre imprese per la loro distribuzione.
  2. Aumento dei ricavi grazie al potenziale aumento dei volumi o a una maggiore redditività del venduto.
  3. Tecnologie e skill specifiche. Non mancano le motivazioni tecnologiche, che puntano sulla possibilità di disporre di competenze specifiche delle controparti.

Non mancano, tuttavia, le difficoltà. Le partnership si sono rivelate spesso complesse e in molti casi si sono interrotte, con difficoltà legate per lo più all’integrazione di processi e tecnologie o alle trattative contrattuali.

L’Innovazione come fattore strategico per migliorare i Business model e i modelli operativi

Se consideriamo che ci troviamo nel centro di una fase di trasformazione digitale che riguarda tutti gli intermediari finanziari, appare fondamentale pensare all’innovazione non limitandosi all’aspetto puramente produttivo (innovazione di prodotto).

L’innovazione diventa una leva di crescita strategica solo se concepita a un livello più profondo: innovazione dei processi, del mindset imprenditoriale e dell’organizzazione aziendale, per poi trasmettersi al prodotto come espressione dell’impresa.

In questa direzione, l’innovazione diventa il fattore chiave per migliorare i business model e trasformare di fatto le fintech in veri abilitatori della trasformazione digitale degli intermediari finanziari.

Occorre, pertanto, avere la giusta vision di medio lungo periodo, ripensando e rivedendo il proprio business model in una logica di client-centricity.

Come migliorare un settore già in forte crescita?

In sintesi, Il report sottolinea che l’ecosistema italiano del Fintech è sempre più maturo e in costante crescita, tra investimenti internazionali, partnership strategiche, startup innovative, nuovi prodotti e servizi.

A questo punto è lecito chiedersi: qual è la strada giusta verso una vera trasformazione del settore finanziario e, quindi, verso la crescita del sistema paese?

Non c’è dubbio che sia quella dell’Open Innovation, tenendo presente che rimangono alcuni elementi su cui il mercato deve lavorare, in primis è necessario accelerare il ritmo con cui nascono e si sviluppano queste collaborazioni, ancora caratterizzato troppo spesso da lentezza nei processi decisionali e di integrazione.

C’è ancora molto da fare per recuperare il gap con gli altri Paesi europei ma il bilancio è certamente positivo.

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